UNA STORIA DI INCOSCIENZA, TENACIA ED AMICIZIA
Incoscienza, tenacia ed amicizia sono alla base di Gin Mediterraneo, una ricetta aretina di Tommaso Gamurrini, distillata a Londra da un master distiller e una “chef”, veri e propri guru del settore.
“La storia di Gin Mediterraneo nasce nel febbraio 2015 quando, stanco della monotonia, decisi di lasciare la posizione di impiegato per intraprendere la mia attività di produzione di gin…” (Tommaso Gamurrini)
INCOSCIENZA
Avevo un piccolo locale in società situato in un delizioso angolo di una delle piazze principali della mia città.
Dietro al bancone del bar, durante le lunghe attese che una realtà piccola come Arezzo può offrirti mercoledì notte, leggendo tra le etichette delle bottiglie iniziai a stimolare un sempre più concreto interesse per il Gin, curiosità che, con l’aiuto dei fornitori, continuai ad alimentare allargando la mia offerta fino a diventare un vero punto di riferimento nella piazza aretina.
Purtroppo non tutte le storie hanno un lieto fine e dopo solo due anni decisi che fosse il momento di cedere le quote del locale per ritrovarmi di nuovo senza un lavoro, un pò più squattrinato, ma con il desiderio di avviare la mia produzione di Gin. Ehm, come?
TENACIA
Quando hai molte idee e pochissime sicurezze puoi, contare solo una certezza: tutto o quasi remerà contro di te. Ti daranno del folle, una semplice domanda si trasformerà in una montagna invalicabile, le spese saranno insostenibili ed inevitabilmente deciderai di mollare. Così anche per me. “E come siamo finiti ad oggi?” vi chiederete. Man mano che l’entusiasmo lasciava spazio alla delusione di dover abbandonare è nata in me una sorta di ossessione, come un’ancora che ha impedito al mio sogno di naufragare.
Passai i mesi seguenti a cercare ogni possibile distillatore italiano ed estero, inviando centinaia di email di cui molte senza risposta, illustrando in ogni dettaglio le caratteristiche che avrebbe dovuto avere il mio Gin, fino a trovarmi, nell’ottobre del 2018 in un aereo per Londra.
Di lì a poco avrei varcato la soglia della Thames Distillers per presentare il mio progetto ad uno dei Master Distiller più rinomati, Charles Maxwell, e vederlo incredibilmente approvato. Gin Mediterraneo non era più un’idea.
AMICIZIA
Non c’è dubbio che esistono amici di ogni tipo ed è altrettanto vero che, per avviare un progetto di quest’entità senza alcuna esperienza pregressa e con budget ridotto, non si possa essere soli.
Che sia l’amico che ti ha fatto per mesi da Google Translator e ti ha ospitato sul pavimento della sua casa londinese, quello che ha cucito un vestito alla tua idea, colui che ti ha dato la carica giusta motivandoti costantemente, Mother’s Ruin Mediterraneo esiste grazie a loro e non è un caso che poco prima della sua nascita fossero tutti insieme, ad un tavolo dell’Anchor Tap a motivarmi e sostenermi – forse con qualche birra in più – nell’attesa del mio incontro alla Thames Distillers. Una giornata indimenticabile!
Il 16 Agosto 2019, le prime 3500 bottiglie di Gin Mediterraneo arrivano nei magazzini di Arezzo, ed anche se questa potrebbe sembrare la fine di una storia, è solamente l’inizio…
MOTHER’S RUIN:
LA ROVINA DELLE MADRI
Mother’s ruin (rovina delle madri) è il nome che aveva il gin nel 1700
A metà del Settecento molti utilizzavano il gin come se fosse una medicina per guarire da ogni male: gli effetti del consumo di gin sulla società inglese del 1700, fanno sembrare oggi quasi benigno l’uso di droghe. Il gin era venduto ovunque: da barbieri, venditori ambulanti, droghieri e persino sulle bancarelle del mercato. La situazione presto scappo di mano: il gin rendeva gli uomini impotenti, le donne sterili e divenne una delle ragioni principali per cui morivano i giovani, lasciando molte madri senza figli.